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TA 1675, II, Buch 2 (Italienische Künstler), S. 201

Linke Spalte

incaricato di dipingere a fresco nella Reggia un grande salone, che rappresentava unicamente storie edificanti per il duca, all’epoca ancora giovane, di stimolo e di impulso a seguire la virtù, e che condusse a termine con ogni soddisfazione; alla sommità della volta, la parte la più ampia, è una bella Venere nuda, con i capelli sciolti, che giace su un letto, con ogni sorta di figure femminili lascive e con Amore, e l’ornamento dei frutti di Cerere e di Bacco; dalla sua compagnia un delicato e bel giovane si allontana, spinto da Minerva, per recarsi in salita verso la virtù di Ercole, senza considerare i satiri, le baccanti, e le ninfe lascive e voluttuose dell’Arcadia, che gli gridano inutilmente, con la seguente iscrizione:

Adolescentiam Pallas à Venere avellit,
Radix amara Virtutis, fructus suavis.

Al di sotto seguono altre otto simili storie istruttive, magnificamente rappresentate, del seguente contenuto, come si può apprendere dall’iscrizione latina:

Antiochus irato mari se committere, quàm blandienti amori vela pandere tutiùs existimavit.
Eodem poculo Massanissa fidei in Romanos, libertati Sophonisba litavit.
In Alexandri pectus pudicitiae munimento Persicis oculorum tormentis inexpugnabile.
Augustus Regiam Nili Sirenem cerâ prudentiae aure obseratâ contemnit.
Crispo innocentia magno stetit, sed illa pretio quolibet constat benè.
Cyrus, ne à captiva caperetur, Pantheum fugiendo vicit.
Filius amans, & silens, vafer medicus, pater indulgens.
Hostium corpora Scipio ferro vincere, animos continentiâ vincire voluit.
Delle sale affrescate dal Cortona nella reggia di Palazzo Pitti, Sandrart menziona e descrive solo una di quelle al piano nobile, eseguite nel secondo periodo fiorentino di Cortona al servizio dei Medici, dedicata a Venere, la prima nel programma iconografico del ciclo, portata a termine nel 1642. I documenti relativi a questa commissioni sono stati pubblicati da Geisenheimer 1909. Sull’attività del Cortona a Firenze si vedano i fondamentali studi di Campbell 1977, e più recentemente nel Kat. Rom 1997–1998; per una nuova lettura degli affreschi E. Oy’Marra negli atti del convegno (Mochi/Schütze/Solinas 2007); Capecchi 1996, e da ultimo Kat. Florenz 2003–2004, con bibliografia.Cecilia Mazzetti di Pietralata, 05.09.2008

Con queste eccellenti opere ed altre simili la sua fortuna crebbe di giorno in giorno, anche durante la vecchiaia che si andava approssimando.

A testimonianza della sua condotta di vita sempre caritatevole, eresse dentro e sotto la chiesa di S.Luca a Roma un altare con sculture in metallo, che gli costò, con la sepoltura [ivi] predisposta, 20.000 corone, e che fu da tutti visitato e celebrato. Sul ruolo del Cortona nella ricostruzione della chiesa e della cripta dei Ss.Luca e Martina si veda Noehles 1970; D.L. Sparti, in Mochi/Schütze/Solinas 2007; la studiosa sostiene che il Cortona avrebbe accortamente pianificato la scoperta delle reliquie della santa, avvenuta il 25 ottobre 1634, per ottenere l’importante sostegno finanziario del cardinal Francesco Barberini. La promessa del Cortona all’Accademia di San Luca di restaurare la cripta a proprie spese in cambio di potervi collocare la propria sepoltura fu trattata nella congregazione accademica del 23 luglio 1634 (Sparti 1997); vi assistette con ogni probabilità anche Sandrart, che si dimostra qui meglio informato che su altri argomenti; nello stesso luglio risulta infatti il suo versamento di contributo per i restauri della chiesa (Klemm 1986, p.339).Cecilia Mazzetti di Pietralata, 05.09.2008 Compiuto questo dovere, per la [nostra] fedele amicizia, mi aveva promesso nell’anno 1635, quando io partii da Roma, di accompagnar[mi] fino alle Alpi per vedere insieme tutte le migliori opere in Lombardia e nelle Venezie, ma non poté allontanarsi per il lavoro in palazzo Barberini, all’epoca divenuto precipitoso. Non è improbabile che un viaggio in compagnia di Sandrart fosse davvero nella mente del Cortona, poiché il 19 agosto 1635 egli riscosse, tutto d’un colpo, 1810 scudi per mandato del cardinal Francesco: B.A.V., Archivio Barberini, Computisteria 80, n.4524, c.227, trascritto da O. Verdi, Le fonti documentarie, in Cortona, Pal. Barberini 1983, pp. 91–98, alla p. 96.Cecilia Mazzetti di Pietralata, 05.09.2008 Invece molti anni dopo venne a sapere che io desideravo ardentemente visitare ancora una volta l’Italia, e mi pregò di informarlo prima del mio ritorno, offrendosi di venirmi incontro a Venezia, cosa che sarebbe dovuta accadere anche secondo i miei propositi, se non avessero poi avuto luogo

Saal im fresco in der Residenz zu mahlen anbefohlen/ den er dann auch nach allem contento zu End geführt/ und dem Herzog/ der damals noch jung/ zu Nachfolg der Tugend und Antrieb/ lauter tugendreiche Historien vorgebildet; das obriste gröste Stuck des Gewölbs war eine schöne nackende Venus, so mit aufgeflochtenem Haar auf einem Bett/ mit allerley anderen lasciven Weibsbildern und der Liebe/ auch mit Cereris und Bacchi Früchten gezieret liget/ von deren Gesellschaft ein zarter schöner Jüngling/ durch Antrieb Minervens/ hinweg lauft/ und auswarts zu der Tugend Herculis sich begibet/ unangesehen die anderseits stehende Satyren/ Bacchanten und Arcadische buhlerische Nymfen/ samt ihren Wollüsten/ demselben vergeblich zuruffen/ in folgender Unterschrift:

Adolescentiam Pallas à Venere avellit,
Radix amara Virtutis, fructus suavis.

Unterhalb folgen andere acht dergleichen lehrreiche Historien/ fürtreflich gebildet/ folgenden Innhalts/ so aus der Lateinischen Uberschrift zu ersehen.

Antiochus irato mari se committere, quàm blandienti amori vela pandere tutiùs existimavit.
Eodem poculo Massanissa fidei in Romanos, libertati Sophonisba litavit.
In Alexandri pectus pudicitiae munimento Persicis oculorum tormentis inexpugnabile.
Augustus Regiam Nili Sirenem Hiermit ist Kleopatra gemeint; vgl. Klemm, Kommentar Viten 1995, S. 849, Anm. 483,21–34.Christina Posselt, 21.06.2011 cerâ prudentiae aure obseratâ contemnit.
Crispo innocentia magno stetit, sed illa pretio quolibet constat benè.
Cyrus, ne à captiva caperetur, Pantheum fugiendo vicit.
Filius amans, & silens, vafer medicus, pater indulgens.
Hostium corpora Scipio ferro vincere, animos continentiâ vincire voluit.

Mit diesen herrlichen Werken und dergleichen mehr erhube ihn das Glück täglich/ und also auch bey angetrettenem Alterthum.

Zum Gezeugnus seines jederzeit geführten erbaren Wandels/ bauete er inn und unter der Kirchen S. Lucas zu Rom einen von metallinen Bildern gemachten Altar/ so ihn/ neben der angeordneten Sepultura, in die 20000. Cronen gekost; welcher von männiglichen gesucht und gerühmet wird. Nach dieser Verrichtung hatte er/ wegen treuer Freundschaft/ mir versprochen/ mich in Anno 1635. da ich von Rom verreiset/ um zugleich alle fürnehme Werke in Lombardien und Venetien zu besehen/ biß an das Alpen-Gebürg zu begleiten Pietro da Cortona könnte tatsächlich eine Reise in Sandrarts Begleitung geplant haben, da er am 19. August 1635 von Kardinal Francesco Barberini 1810 scudi erhielt, vgl. B.A.V., Archivio Barberini, Computisteria 80, n.4524, c.227, transkribiert von O. Verdi, fonti documentarie, in Cortona, Pal. Barberini 1983, S. 91–98, S. 96; siehe dazu Cecilia Mazzetti di Pietralatas Kommentar in der italienischen Übersetzung.Christina Posselt, 26.07.2011; weiln aber wegen damahlig eingefallener eilfärtiger Arbeit des Palasts Barbarini er nicht abkommen können/ hingegen viel Jahr hernach vernommen/ daß ich Italien noch einest zu besehen begehrte/ bate er mich/ ihn meiner Zurückkunft vorhin zu berichten/ mit erbieten/ biß nach Venedig mir entgegen zu reisen; welches dann auch nach meinem Vornehmen geschehen wäre/ wo nicht darauf


Rechte Spalte

l’incresciosa guerra e l’invasione francese in Baviera, che ridusse in cenere in modo riprovevole il secondo giorno di Pentecoste al tempo stesso gli affari liberi da debiti, tutta la mia tenuta di Stockau, il bel castello, ogni sorta di mulini e corsi d’acqua, con l’intera azienda, fabbrica di birra e osteria, e i relativi lavoranti, e per così gravi danni non avesse impedito il mio programma di un viaggio di piacere. Aveva solitamente questo buon amico molta cura nel mantenere la vecchia [Marginalspalte: Suo elogio.] amicizia, e nel fare del bene e cosa gradita a tutti, era di animo molto gentile e sincero, visse senza sposarsi, retto, esemplare e pio, fino a che infine il debito della Natura fu pagato ed egli fu seppellito molto sontuosamente, con grande seguito di importanti persone, molte delle quali avevano deposto per lui lodevoli versi di commiato in pianto e in memoria, tra cui uno giocava così con un anagramma sul suo nome Pietro da Cortona:

Pietro da Cortona,
Corona de Pittori.

Ha raggiunto i 60 anni e sempre si impegnava in atti di carità, non prima però di aver atteso ai suoi studi, perciò al tempo mio era molto caro a tutti anche nell’Accademia.

[Marginalspalte: CXI. ANDREA SACHY, Kunstmahler.]EBen zur Zeit des obgedachten Cortona, florirte auch ANDREA SACHY, ein Romaner/ als einer der Fürtreflichsten in der edlen Mahl-Kunst/ so ein sehr kostbares Mitglied unserer allda florirenden Academie gewesen. In seinen Zeichnungen und gemahlten Tafeln/ sonderlich in fresco, competirte er gegen den andern dergestalt/ daß immer einer den andern aufgemuntert/ sich zu [Marginalspalte: Seine Werke.] bäßern. Er mahlte unter andern in S. Peters Kirche die Tafel von S. Augustino, wie er Meß gelesen/ und in dem Kelch solle Blut gefunden haben/ von deme man mit Verwunderung die gefärbte Leinwat zeiget. So dann bey S. Joseph einen Altar/ wie der schlaffende Joseph von dem Engel aufgewecket wird/ welche beyde Stuck nicht ohne Ursach/ sehr gepriesen worden; So hat er auch in etlichen Zimmern des neuen Palasts Barbarini unterschiedliche Gewölber auf nassen Kalch/ und darein die Göttliche Providenz, mit deren untergebnen Tugenden/ neben andern zierlichen Sinnbildern und großen Historien gemahlet/ auch sonst viele herrliche Werke hin und wieder zu Rom in Kirchen/ Palästen/ Fürstlichen Residenzen zu sehen hinterlassen/ und sich sehr berühmt gemacht/ worauf er erst vor wenig Jahren allda gestorben.

[Marginalspalte: CXII. ANDREAS CAMASE.]INgleichem wer allda zur selben Zeit der sehr wol aufsteigende CAMASE, welcher eben in dergleichen/ wie Corton und Sachy, sich beflißen Nach Camasseis Ausbildung bei Domenichino ging er tatsächlich in die Werkstatt von Sacchi und stand in Rom auch in Kontakt mit Pietro da Cortona (vgl. Nessi 2005, S. 29). Mit beiden Künstlern arbeitete Camassei u.a. in Sankt Peter zusammen. Auch an dem 1639 von Urban VIII. an Sacchi vergebenen Zyklus in San Giovanni in Fonte wirkte Camassei mit (vgl. den Triumph des Konstantin). Die Nähe zu Sacchi wirkt bis heute etwa in der umstrittenen Zuschreibung der Wiener Juno fort.Christina Posselt, 23.12.2010/ aber gar zu früe/ in erster Blühte seiner Jahren/ Todes verblichen.

[Marginalspalte: CXIII. IL GIESSI.]GIESSI, der keinem in Invention Theoria und Practic nachgegeben/ führte doch seinen

der leidige Krieg und Französische Einfall in Bayren erfolgt/ der zugleich unverschuldter Dingen meine ganze Hofmark Stockau/ das schöne Schloß und allerley Mahlmühlen und Wassergäng/ samt der ganzen Oeconomia, Bräu- und Wirthshaus mit darzu gehörenden Unterthanen den zweyten Pfingsttag erbärmlich eingeäschert/ und durch so großen Schaden an meinem Vornehmen und der Lust-Reis verhindert hätte. Es war dieser gute Freund sonst sehr officios, die alte [Marginalspalte: Sein Lob.] Freundschaft würklich zu erhalten/ auch jederman Liebs und Guts zu thun/ sehr höflich und aufrichtigen Gemüts/ lebte ohnverheurathet/ gerecht/ exemplarisch und fromm/ biß er endlich auch die Schuld der Natur bezahlet/ und sehr prächtig zur Erden bestattet worden/ mit grossem Geleit vieler hohen Stands-Personen/ deren viel ihme Lobreiche Reim-Gebände zur Gedächtnus und Betraurung gesetzet haben/ darunter einer auf seinen Namen Pietro de Cortona mit einem Anagrammatismo oder Wörter-Wechsel also gespielet:

Pietro da Cortona,
Corona de Pittori.

Er hat aber 60. Jahr erreicht/ und jederzeit aller Erbarkeit sich beflissen/ zuvorderst aber seinen studien abgewartet/ weßhalben er auch in der Academie meiner Zeit von jeden lieb und wehrt gehalten worden.

[Marginalspalte: CXI. ANDREA SACHY, Kunstmahler.]EBen zur Zeit des obgedachten Cortona, florirte auch ANDREA SACHY, ein Romaner/ als einer der Fürtreflichsten in der edlen Mahl-Kunst/ so ein sehr kostbares Mitglied unserer allda florirenden Academie gewesen. In seinen Zeichnungen und gemahlten Tafeln/ sonderlich in fresco, competirte er gegen den andern dergestalt/ daß immer einer den andern aufgemuntert/ sich zu [Marginalspalte: Seine Werke.] bäßern. Er mahlte unter andern in S. Peters Kirche die Tafel von S. Augustino, wie er Meß gelesen/ und in dem Kelch solle Blut gefunden haben/ von deme man mit Verwunderung die gefärbte Leinwat zeiget. So dann bey S. Joseph einen Altar/ wie der schlaffende Joseph von dem Engel aufgewecket wird/ welche beyde Stuck nicht ohne Ursach/ sehr gepriesen worden; So hat er auch in etlichen Zimmern des neuen Palasts Barbarini unterschiedliche Gewölber auf nassen Kalch/ und darein die Göttliche Providenz, mit deren untergebnen Tugenden/ neben andern zierlichen Sinnbildern und großen Historien gemahlet/ auch sonst viele herrliche Werke hin und wieder zu Rom in Kirchen/ Palästen/ Fürstlichen Residenzen zu sehen hinterlassen/ und sich sehr berühmt gemacht/ worauf er erst vor wenig Jahren allda gestorben.

[Marginalspalte: CXII. ANDREAS CAMASE.]INgleichem wer allda zur selben Zeit der sehr wol aufsteigende CAMASE, welcher eben in dergleichen/ wie Corton und Sachy, sich beflißen Nach Camasseis Ausbildung bei Domenichino ging er tatsächlich in die Werkstatt von Sacchi und stand in Rom auch in Kontakt mit Pietro da Cortona (vgl. Nessi 2005, S. 29). Mit beiden Künstlern arbeitete Camassei u.a. in Sankt Peter zusammen. Auch an dem 1639 von Urban VIII. an Sacchi vergebenen Zyklus in San Giovanni in Fonte wirkte Camassei mit (vgl. den Triumph des Konstantin). Die Nähe zu Sacchi wirkt bis heute etwa in der umstrittenen Zuschreibung der Wiener Juno fort.Christina Posselt, 23.12.2010/ aber gar zu früe/ in erster Blühte seiner Jahren/ Todes verblichen.

[Marginalspalte: CXIII. IL GIESSI.]GIESSI, der keinem in Invention Theoria und Practic nachgegeben/ führte doch seinen


Übersetzung von Cecilia Mazzetti di Pietralata

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