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Sandrart stellt diesen Abschnitt im Vergleich zu Vasaris Text leicht um und strafft ihn zugleich etwas. Die Passage um das Grab des Königs Osymandyas (der Totentempel von Ramses II, das sog. Ramesseum), den Sandrart hier vermutlich meint, liest sich bei Vasari folgendermaßen: »Né forono però soli i Caldei a fare sculture e pitture, ma le fecero ancora gli Egizzii, esercitandosi in queste arti con tanto studio quanto mostra il sepolcro maraviglioso dello antichissimo re Simandio, largamente descritto da Diodoro, e quanto arguisce il severo comanda mento fatto da Mosè nello uscire de l’Egitto, cioè che sotto pena della morte non si facessero a Dio imagini alcune.« (Vasari, Le Vite 1568, Proemio delle vite, hier zitiert nach der Ed. Bettarini/Barocchi, vgl. Online-Ausgabe SNS, Bd. II, S. 5 [Accessed: 2011-11-04. Archived by WebCite® at http://www.webcitation.org/62wbkMsUw]).

Annotation by Christina Posselt06/15/2011

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