Don Gio[vanni]

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Nell’alludere ad un cortigiano spagnolo del cardinale Farnese, indicato solo con il nome di battesimo, Giovanni, come responsabile dell’atto che provocò la forte delusione e poi la malattia in Annibale Carracci, ovvero il dono di soli cinquecento scudi in una sottocoppa come ricompensa per dieci anni di lavoro, Sandrart segue il Baglione alla lettera.
Così scrive infatti Baglione, Vite, p. 108: “[…] un certo D. Gio. Spagnulo cortigiano, e favorito del Cardinale, il quale, per mostrare che teneva molto alla sua cura dell’interesse del principe, fece dare ad Annibale in una sottocoppa, per una fatica di dieci anni continua di lavoro con tanto studio, ed esquisitezza, solo cinquecento scudi d’oro in regalo.”
Bellori, Vite riprende la notizia, ma è più circostanziato: “[…] gli si attraversò la fortuna con la cattiva direzione di un cortigiano favorito, don Giovanni di Castro spagnuolo, che era solito ingerirsi in tutti gli affari del padrone. Fece costui una somma del pane, del vino e della provisione di tutto il tempo che Annibale era stato in casa e postala in conto, persuase il cardinale a mandargli un regalo di cinquecento scudi d’oro come gli furono portati in camera in una sottocoppa.”
Cecilia Mazzetti di Pietralata, 12/08/2010