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Il dipinto fu commissionato al Domenichino dall’Arciconfraternita della Carità per l’altar maggiore della chiesa di S. Gerolamo della Carità a Roma, sul quale rimase fino al 1797, ed ebbe subito grande risonanza.
I pagamenti per il dipinto e per la sua cornice sono pubblicati da Cropper 1984.
Sul dipinto, sul rapporto con la tela di uguale soggetto di Agostino Carracci, e sul dibattito che la versione del Domenichino subito suscitò si veda da ultimo Cropper 2005, con bibliografia.
Sandrart menziona anche l’incisione eseguita da Cesare Testa sulla base del dipinto.

Kommentar von Cecilia Mazzetti di Pietralata28.08.2008

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